I canti dell'occhio

 

La poesia della Dagnino è intimamente connotata dalla percezione sensoriale come chiarisce il titolo 

dell’ultima raccolta e come testimonia l’attività artistica e collaborativa della scrittrice con il settore musicale: 

«Taglia il fogliame le tue labbra, quasi fosse la stessa tua bocca a masticarlo». La luce, l’ombra, la pioggia, il vento,

 il paesaggio sono rappresentati all’interno del corpo, come pure i sentimenti: «Se ti bacio porto le labbra 

a baciarti la fronte, a toccare come la sottigliezza e il tuo sangue si ingigantiscono sotto pelle». 

La raccolta, pertanto, si configura come rappresentazione di “contatti” fisici, se si comprende in tale settore 

anche le rappresentazione sentimentali e psichiche, che configurano ogni momento come forte aderenza alla realtà: 

«Accarezzando la testa di felino, i baffi di felino gli ricordano le zampe rivolte verso l’alto, / le chele no»

 Giuliano Ladolfi, giovedì 21 gennaio 2010  www.atelierpoesia.splinder.com 

 

…frammenti epifanici e sincopati, come cupi bagliori di free jazz…  

Jessica Ingrami , LucidaMente, agosto 2009

   

I canti dell'occhio di Erika Dagnino,

M.Gabriella Puglisi, L'Estroverso, n.4 - 2009    leggi  .pdf - 269 Kb