Dal fondo del metallo
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Un linguaggio poetico esplosivo non può essere contenuto né in un verso né in una metafora né in un periodo. Il dettato della Dagnino trasborda continuamente alla ricerca di legami, di metamorfosi, di seminagioni originali e proteiformi, assolutamente ribelli ad ogni costrizione, ad ogni fissazione, ad ogni sintassi. Il rutilante periodare costringe il lettore a spostare continuamente il proprio punto di vista, la propria "posizione", la condizione stessa di chi assimila parole altrui in una continua con-creazione che pone in gioco il vissuto di due persone: «Sradichiamo facciamo scoppiare buchi in tutte le lunghezze di tutte le grondaie; nell' incombenza del muro cangiante dal rosa al
cielo nemmeno uno squarcio fertile per il trapasso dell' orchidea o del
topo»
Giuliano
Ladolfi, lunedì 13 gennaio 2010
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…la ricerca della bellezza, della raffinatezza, della sperimentazione delle potenzialità del linguaggio, delle immagini, delle metafore, delle analogie, dei suoni, come strumento/fine per uno scavo impietoso tra
le pieghe dell’esistenza e negli abissi celati/esposti della realtà... Francesca
Gavio, LucidaMente, luglio 2009
Avara di punteggiatura, la scrittura è quasi assente di virgole e di pause; ciò fa comprendere la sua istintività,
la
sua irruenza incessante, il suo correre
fuori. Dall'anima alla pagina. |